Il senato in età tardo-imperiale

IL SENATO IN ETA’ TARDO-IMPERIALE

Anche durante il Dominato, nonostante i cambiamenti istituzionali in senso autocratico e dispotico, il Senato rimase un importante organo costituzionale, conservando, nonostante i cambiamenti, molte delle sue antiche tradizioni. La fondazione di Costantinopoli aveva portato alla formazione di un secondo Senato, modellato su quello di Roma, e si trattò di una notevole innovazione costituzionale. Il senato di Costantinopoli, fondato da Costantino I, fu parificato a quello di Roma da Costanzo II.

La dignità di senatore continuò a essere ereditaria come rimase immutato il principio che per diventare un membro del Senato fosse necessario detenere una magistratura. Le cariche di edile e di tribuno erano scomparse, mentre la carica di questore era sul punto di essere soppressa verso la fine del IV secolo, per cui diventare pretori divenne il modo principale con cui i figli di senatori potevano entrare a far parte del senato. Non solo potevano ma erano addirittura obbligati. L’unico compito del pretore all’epoca era quello di spendere denaro per l’organizzazione di giochi o per la manutenzione e costruzione di opere pubbliche. Gli uomini di ascendenza non senatoriale potevano essere ammessi a far parte del Senato o per decreto senatoriale o per decisione dell’Imperatore.

L’esenzione dagli oneri della pretura veniva concessa frequentemente, e prendeva la forma di adlectio. Questo era il termine usato all’inizio dell’Impero per il processo mediante il quale l’imperatore poteva introdurre in Senato un suo candidato e farlo diventare un membro della classe edile, per esempio, o della classe pretoriana, nonostante non avesse mai ricoperto la magistratura corrispondente. Nel IV secolo queste classi scomparvero e furono sostituite dalle tre classi degli illustres, spectabiles e clarissimi. L’Imperatore poteva conferire questi titoli a chiunque, e coloro che entravano a far parte di queste tre classi diventava un membro dell’ordine più basso del Senato, appartenente agli adlecti che erano esenti dalla pretura. Inoltre, sotto il nuovo sistema amministrativo, tutte le cariche importanti assicuravano i titoli di illustris, o spectabilis, o clarissimus, nonché seggi al senato ai loro detentori. C’erano molte classi di funzionari subordinati che ricevevano, quando si ritiravano dalla carica, il titolo di clarissimus  se non titoli ancora più elevati, diventando così senatori, e questi di regola godevano dell’esenzione dalla pretura.

Una delle riforme amministrative di Costantino consistette nella decisione di permettere ai senatori di ricoprire tutte le cariche ufficiali, comprese quelle che fino a quel momento erano state riservate al solo ordine equestre, cosicché un giovane di nascita senatoria aveva molte più possibilità di fare carriera politica. L’ordine equestre finì per scomparire del tutto in maniera graduale. D’altra parte, gli uomini di origine più bassa avevano la possibilità di essere promossi, attraverso i gradi inferiori del servizio pubblico, alle cariche più elevate che garantivano il diritto di ammissione in Senato. Coloro che avevano esercitato le funzioni di console (compresi i consoli onorari) avevano il grado più elevato. Vi erano poi i Patrizi, un nuovo ordine istituito da Costantino, e conferito dall’Imperatore, in un primo momento con molta parsimonia, a quegli uomini che si erano particolarmente distinti per i loro servigi allo Stato.

Un gran numero di senatori preferiva vivere nelle proprie tenute in campagna piuttosto che risiedere nelle capitali, ed è probabile che la maggior parte di coloro che partecipavano effettivamente alle riunioni del Senato fossero uomini che ricoprivano incarichi ufficiali. Si può ipotizzare che la classe di grado più elevato e numericamente più esigua, quella degli Illustri, formasse la maggioranza dei membri attivi del Senato, e che per tale motivo già prima della metà del V secolo gli imperatori permettessero alle due classi inferiori, gli Spectabiles e i Clarissimi, di vivere dove volevano. Qualche tempo dopo, tutti i membri di queste classi che vivevano nelle province furono sollevati dalla pretura e ricevettero la cortese raccomandazione di rimanere a casa e godere della loro dignità. Ciò significava che, benché appartenessero alla classe senatoria e fossero tenuti a pagare le tasse senatoriali, venivano espressamente dissuasi dal sedere in Senato. Il passo successivo fu quello di escludere completamente le due classi inferiori dal diritto di deliberare in Senato che verso la fine del V secolo fu limitato ai soli Illustres.

Il Prefetto della Città fungeva da capo del Senato ed era responsabile dei rapporti con l’Imperatore nonché il garante dei diritti dei senatori. L’organo fungeva da consiglio consultivo su questioni come l’approvvigionamento alimentare della capitale o la regolamentazione dell’istruzione impartita da professori e retori.

Il Senato aveva una importanza costituzionale elevata nei casi di trono vacante potendo partecipare alla scelta del nuovo imperatore. Poteva inoltre approvare deliberazioni (senatus consulta) che l’Imperatore poteva adottare ed emanare sotto forma di editti. Poteva quindi influenzare la legislazione imperiale, e di volta in volta agiva come un organo consultivo in collaborazione con il Consiglio Imperiale. Alcune delle leggi imperiali presero la forma di “Orazioni al Senato”, e furono lette ad alta voce davanti a quel corpo. Valentiniano III, nel 446, formulò una procedura legislativa che conferiva al Senato il diritto di cooperazione. Quando una nuova legge doveva essere promulgata, doveva essere prima discussa nelle riunioni del Senato e del Consiglio; se si trovava l’accordo, doveva essere redatta dal questore, e poi sottoposta nuovamente agli stessi organi, dopo di che doveva essere ratificata dall’Imperatore. Questo regolamento suggerisce che fosse già consuetudine consultare frequentemente il Senato.

Il Senato poteva fungere da tribunale giudiziario, se l’Imperatore lo desiderava, e talvolta gli venivano affidati processi per alto tradimento. Per i reati ordinari, i Senatori erano giudicati da un tribunale composto dal Prefetto e da cinque Senatori estratti a sorte.

C’erano due sedi del Senato a Costantinopoli, uno, costruito da Costantino, sul lato est dell’Augusteum, vicino al Palazzo Imperiale; l’altro sul lato nord del Foro di Costantino. Non è chiaro il motivo per cui erano necessarie due sedi. Ma nel VI secolo il Senato si riuniva nel Palazzo Imperiale. Questo cambiamento di sede era probabilmente dovuto alla sua cooperazione con il Consiglio Imperiale.

Decisioni importanti in materia di legislazione e ordine pubblico non venivano solitamente prese dall’imperatore in base del solo consiglio del ministro competente in materia. Era assistito in questo dal Consistorium o Consiglio Imperiale, che era costantemente chiamato a deliberare su questioni di attualità, e andrebbe tenuto presente che, anche se l’Imperatore era ufficialmente e legalmente l’unico autore di tutte le leggi e il solo responsabile degli atti di stato, le deliberazioni del Consiglio Imperiale avevano un ruolo importante nella conduzione degli affari pubblici. Il Consistorium derivava dal Consilium di Adriano, ampliato nelle sue funzioni e modificato nella sua costituzione da Diocleziano e Costantino. Fungeva da alta corte, dinanzi alla quale potevano essere processati casi importanti, come quelli di tradimento. Era consultato in generale su questioni legislative e politiche. Era presieduto dal questore. Vi facevano parte i due Ministri delle finanze e il magister officiorum; e probabilmente comprendeva anche il prefetto del pretorio e i magistri militum che risiedevano nella capitale. Si dispongono di pochissime informazioni sulle sue dimensioni o sulla sua costituzione; né è nota la frequenza delle sue riunioni. Ci sono buone ragioni per supporre che si riunisse in orari stabiliti, e non solo quando era convocato per casi specifici. Disponeva di un grande ufficio di segretari e funzionari noti come Tribuni e Notai. Questi impiegati, che avevano il loro ufficio nel palazzo, redigevano gli atti e le risoluzioni del Consistorium, e talvolta venivano impiegati per eseguire missioni in base alle sue decisioni.

Tra i compiti ordinari del Consiglio c’era quello di ricevere le delegazioni dalle province. Ma la parte più importante del suo lavoro regolare sembra essere stata giudiziaria. Nei casi gravi venivano spesso chiamati ad assistere i senatori che non appartenevano al Consiglio. Una riunione del Consiglio prendeva il nome tecnico di silentium; una riunione alla quale aveva preso parte il Senato prendeva il nome di silentium et conventus. Ma le parole et conventus venivano spesso omesse anche nel caso di riunioni a cui prendeva parte il senato.

Sembrerebbe che, anche se il Senato e il Consiglio continuavano a essere formalmente distinti, il Senato finì di fatto per diventare un doppione più in grande del Consiglio che si riuniva nella grande sala del consiglio, il Consistorium nel Palazzo Imperiale. L’Imperatore, a sua discrezione, poteva sottoporre questioni politiche a questo corpo più ampio o, in alternativa, a un corpo più esiguo di funzionari che corrispondeva al vecchio Consiglio Imperiale. Le occasioni principali in cui il Senato poteva esercitare un’azione politica indipendente erano principalmente i casi di vacanza del trono imperiale, ma vi furono anche dei casi in cui sembrerebbe aver preso l’iniziativa di raccomandare all’imperatore determinate misure politiche.