L’espansione bizantina in Italia meridionale sotto Niceforo Foca il vecchio e i suoi successori e la costituzione del thema di Langobardia

LE CONQUISTE DI NICEFORO FOCA IL VECCHIO

Dopo la riconquista di Bari e di Taranto Apostippo fu richiamato in Oriente e sostituito da Stefano Massenzio. Il nuovo stratego, tuttavia, non si rivelò all’altezza della situazione e fu prontamente richiamato per inettitudine. A sostituirlo l’imperatore Basilio I designò Niceforo Foca il Vecchio, un abile generale, il quale giunse in Italia intorno all’885 con truppe provenienti dall’Oriente tra cui anche un contingente di manichei. In breve tempo l’abile generale conquistò le ultime fortezze della Calabria rimaste in mano araba e procedette a sottomettere i territori longobardi che separavano i possedimenti bizantini in Calabria da quelli in Puglia. Ci riuscì con il ricorso sia alla forza militare sia alla diplomazia e fu clemente con le popolazioni sottomesse, non privandole della libertà ed esentandole dalle imposte. Il manuale di strategia dell’imperatore Leone VI lodò Niceforo Foca citandolo come esempio da imitare per tutti quei generali intenti a riorganizzare un territorio di nuova conquista.

All’epoca della partenza di Niceforo Foca per Costantinopoli (886) Bisanzio era diventata la potenza egemone nell’Italia Meridionale, complice anche il declino dell’Impero carolingio che stava attraversando un periodo di anarchia e di tensioni interne. Di conseguenza i principati longobardi della Langobardia Minor e il ducato di Napoli accettarono di diventare stati vassalli o “satellite” di Costantinopoli in cambio di aiuti militari o di titoli nobiliari bizantini. Il principe di Salerno Guaimario I ad esempio, si recò a Costantinopoli per essere nominato patrizio, titolo che gli garantiva una posizione elevata nella corte bizantina, e riconobbe formalmente la sovranità bizantina in cambio di aiuti militari contro gli Arabi stanziatisi ad Agropoli.

L’EFFIMERA CONQUISTA DI BENEVENTO

Nell’887 i Bizantini cominciarono una serie di operazioni militari contro il principato di Benevento. Lo stratego Teofilatto riconquistò alcune città provocando la reazione del principe beneventano Aione che riuscì addirittura a espugnare Bari. Tuttavia l’anno successivo i Bizantini, sotto il comando del nuovo stratego Costantino, contrattaccarono assediando Aione a Bari. Aione, non ricevendo aiuti né da Capua né da Spoleto, fu costretto a trattare con gli assedianti accettando di restituire Bari in cambio di un salvacondotto che gli permise di tornare a Benevento in tutta sicurezza.

Alla morte di Aione gli succedette il figlio Orso, ancora minorenne: il nuovo stratego Simbatichio decise di approfittare della situazione e avviò una nuova controffensiva. Dopo due mesi di assedio, il 18 ottobre 891 Benevento fu espugnata dai Bizantini e divenne la nuova sede dello stratego. A Simbatichio succedette Giorgio che avviò una nuova offensiva, rivelatasi però fallimentare, contro Capua e Salerno nel tentativo di sottometterle. Inoltre gli abitanti di Benevento, stanchi di essere vessati e costretti a lavori pesanti dalle truppe occupanti bizantine, approfittarono dell’assenza dello stratego dalla città per rivolgersi al marchese Guido di Spoleto affinché li liberasse dai nuovi dominatori. Nell’895 il marchese spoletino riuscì a scacciare i Bizantini da Benevento. In ogni caso questo insuccesso non intaccò la potenza raggiunta da Bisanzio nel meridione.

LA RIORGANIZZAZIONE DEI TERRITORI RICONQUISTATI

I territori riconquistati furono riorganizzati con la costituzione intorno all’892 del thema di Langobardia che si estendeva su Puglia e Basilicata. Il thema di Sicilia, invece, si era ridotto alla Calabria dopo la perdita dell’isola e non a caso nel corso del X secolo cambiò denominazione in Calabria.

L’Italia nel X secolo (con i themata di Langobardia e Calabria).

Le guerre in Oriente contro gli stati islamici e nei Balcani contro i Bulgari distolsero i Bizantini dall’inviare ulteriori truppe in Italia se non sporadicamente. Di conseguenza, nel corso del X secolo, l’avanzata bizantina nell’Italia Meridionale si arrestò e emersero nuovi problemi per i dominatori tra le incursioni dei Saraceni e le rivolte delle popolazioni locali.