L’Impero d’Oriente sotto Marciano, Leone I e Zenone

IL REGNO DI MARCIANO

Teodosio II, tra i cui grandi risultati si possono annoverare la costruzione delle Mura Teodosiane, l’istituzione dell’università di Costantinopoli e la promulgazione del Codice Teodosiano, morì il 28 luglio 450 in seguito a una caduta da cavallo. Sul punto di morire, scelse come suo successore un ufficiale di nome Marciano, forse su suggerimento di Pulcheria (sorella di Teodosio II), che accettò di sposare il nuovo imperatore, in modo che la dinastia teodosiana si mantenesse sul trono.

Marciano rifiutò di continuare a pagare il tributo agli Unni, e alleviò la pressione fiscale riducendo le tasse e rimettendo gli arretrati. Si accattivò il favore dei ceti alti mediante l’abolizione della gravosa tassa del follis. Tentò di porre fine alla compravendita delle cariche. Grande influenza sulla sua politica la esercitò il magister officiorum Eufemio, di cui l’imperatore seguiva spesso i consigli. In politica estera dovette affrontare le incursioni dei Lakhmidi (saraceni alleati con la Persia) nel deserto della Siria e quelle dei Blemmi e dei Nobati in Egitto. Dopo che il generale Floro riuscì a respingerli, i Blemmi contattarono il magister militum per Orientem Massimino implorando la pace. La pace fu conclusa con l’accordo che i Blemmi avrebbero potuto recarsi a Philae per venerare gli dei pagani, ma le incursioni ripresero una volta spentosi Massimino. In materia religiosa convocò il Quarto Concilio Ecumenico a Calcedonia, del quale se ne parlerà in seguito.

Marciano si spense nel gennaio 457, e con lui si estinse la dinastia teodosiana.

LEONE I
Non avendo Marciano designato un successore, la scelta toccò al senato e all’esercito. Il senato avrebbe forse voluto innalzare al trono Antemio, genero dello stesso Marciano, ma tale candidato non godeva dell’appoggio dell’esercito, comandato dal magister militum praesentalis Aspar, che invece avrebbe voluto innalzare al trono Leone, un ufficiale dell’esercito di basso rango. Alla fine fu Aspar a spuntarla, e il suo candidato salì al trono con il nome di Leone I. L’incoronazione ebbe luogo il 7 febbraio al palazzo di Hebdomon.

Il generale di origini alane Aspar intendeva governare da dietro le quinte mediante Leone I, un po’ come faceva il generale di origini visigote Ricimero in occidente, ma il nuovo imperatore presto dimostrò di non voler essere un imperatore fantoccio, anche se soprattutto nei primi sette anni di regno spesso e volentieri cedeva alle richieste del generale alano. Emblematico è il fatto che Leone accettò di innalzare Patrizio, figlio di Aspar, al rango di Cesare, designandolo pertanto come erede al trono.

Leone I, tuttavia, per controbilanciare l’influenza esercita dai mercenari germanici nell’esercito, che appoggiavano le rivendicazioni di Aspar, attuò una decisa politica di reclutamento tra i rozzi contadini dell’Isauria. Uno di questi capi militari isauri, Tarasicodissa, fece una grande carriera, cambiando nome in Zenone e sposando persino Ariadne, la figlia di Leone I, nel 466 o nel 467. L’ascesa politica di Zenone continuò: nel 469 rivestì il consolato. Aspar, temendo per il proprio potere, tentò di corrompere alcuni dei soldati di Zenone affinché lo assassinassero, ma Zenone riuscì a fuggire a Serdica scampando al complotto, e successivamente represse una rivolta dei briganti isauri.

Nel frattempo, però, nel 469 o nel 470, Leone cedette alle richieste di Aspar e accettò di nominare Cesare Patrizio (figlio di Aspar) e fidanzarlo con Leonzia (figlia dell’Imperatore). In questo modo Aspar otteneva che suo figlio Patrizio diventasse erede al trono di Leone I. La nomina a Cesare di un ariano cagionò proteste e tumulti nella Capitale. L’Imperatore Leone I rassicurò tutti che l’ariano Patrizio aveva accettato di convertirsi al cristianesimo calcedoniano (cioè quello non eretico). Nel frattempo però il magister militum per Thraciam Anagaste minacciò di rivoltarsi, venendo però dissuaso dai diplomatici di corte. Portando a riprova alcune lettere Anagaste accusò Ardaburio, figlio di Aspar, di averlo istigato alla rivolta. Zenone ne approfittò per far assassinare Aspar e suo figlio Ardaburio dagli eunuchi (471). L’assassinio di Aspar provocò la rivolta dei foederati ostrogoti di Tracia sotto il comando di Teodorico Strabone. Alla fine Leone riuscì a tenere buono Teodorico Strabone nominandolo magister militum praesentalis. Nel frattempo però un altro Teodorico emergeva, il comandante dei foederati ostrogoti di Mesia, che sarebbe successivamente diventato noto come Teodorico il Grande, re d’Italia.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Occidente romano, inizialmente Leone I rifiutò di prestargli soccorso, perché non aveva riconosciuto come imperatore legittimo Libio Severo, e anche per le condizioni del trattato con i Vandali del 462, che imponeva alla pars orientis la neutralità nei conflitti tra Vandali e pars occidentis. Non appena sul trono occidentale salì un imperatore approvato dalla corte orientale, il greco Antemio, nel 468 Leone I allestì una dispendiosa spedizione contro i Vandali, che, se avesse avuto successo, avrebbe potuto salvare le sorti dell’Impero d’Occidente. Non ebbe successo, è incerto se per il tradimento o meno del generale Basilisco, e l’Impero d’Occidente fu condannato al collasso definitivo.

Sotto il suo regno Costantinopoli fu danneggiata da un temibile incendio (2 settembre 465), durato tre giorni. L’imperatore si mantenne ligio all’Ortodossia così come stabilita dal Concilio di Calcedonia. Durante il suo regno, tuttavia, l’Illiria cominciò ad essere devastata dagli Ostrogoti di Teodorico il Grande. L’Imperatore Leone si spense il 3 febbraio 474.

ZENONE

Il nuovo imperatore Leone II, figlio di Zenone, aveva soli sette anni e morì dopo pochi mesi di regno, non prima però di aver associato al trono suo padre Zenone (9 febbraio 474). Dopo la morte del figlio Zenone divenne dunque imperatore unico della pars orientis (17 novembre 474). Zenone, in quanto isauro, era malvisto dalla popolazione di Costantinopoli e dal senato. Inoltre dovette fronteggiare un’incursione dei pirati Vandali in Grecia. Nel 474 Zenone inviò un ambasciatore a Cartagine che stipulò una pace con i Vandali destinata a durare all’incirca sessanta anni. Nel frattempo Teodorico Strabone, non approvando l’ascesa al trono di Leone I, si rivoltò di nuovo devastando la Tracia ma il generale Illo riuscì a fermarlo.

Zenone tuttavia dovette fare i conti con sua suocera, l’Augusta Verina, che tramava la sua detronizzazione. Verina progettava di innalzare al trono Patrizio e di sposare il nuovo imperatore, in modo da mantenere la sua influenza nella corte. Il piano ebbe successo e Zenone fu costretto a fuggire in Isauria. Tuttavia il senato e i ministri designarono come successore di Zenone non Patrizio ma Basilisco, il fratello di Verina. Basilisco nominò dapprima Cesare e poi Augusto suo figlio Marco, mentre fece giustiziare Patrizio. Basilisco usurpò il trono per venti mesi, alienandosi le simpatie del popolo appoggiando l’eresia monofisita. Inoltre anche Teodorico Strabone, che pure inizialmente l’aveva appoggiato, gli divenne ostile allorquando Zenone decise di nominare generale Armato, un suo parente e l’amante dell’Imperatrice Zenonis.

Alla fine Basilisco inviò i generali Illo e Trocundes in Isauria contro Zenone. Tuttavia, durante il viaggio, i due generali ricevettero lettere inviate da alcuni ministri di corte, che li esortarono a favorire la restaurazione al trono di Zenone, in quanto Basilisco era malvisto a causa dell’appoggio del Monofisismo e dell’oppressione fiscale. Illo decise di passare dalla parte di Zenone con la sua intera armata, e insieme Illo e Zenone marciarono su Costantinopoli. Basilisco si affrettò a inviare l’esercito di Armato contro i ribelli, ma Zenone riuscì a spingere Armato a passare dalla sua parte promettendogli di nominarlo magister militum a vita. Nell’agosto 476 Zenone entrò trionfalmente a Costantinopoli e si riprese il trono. Basilisco fu giustiziato.

Il secondo regno di Zenone fu caratterizzato dalle rivolte dei generali Marciano e Illo, dalle controversie religiose (promulgazione nel 481 dell’editto Henotikon, accusato di simpatie monofisite), e dalle devastazioni dei Foederati Ostrogoti di Teodorico Strabone e di Teodorico il Grande. Spentosi Teodorico Strabone, le sue truppe si unirono alle truppe di Teodorico il Grande, rinforzando di molto l’esercito ostrogoto. I rapporti tra Zenone e Teodorico furono a tratti amichevoli, con il re ostrogoto che riceveva importanti cariche romane (come quella di magister militum o di console) e di assistere l’Impero in battaglia, a tratti ostili, con la devastazione dei territori illirici. Alla fine Zenone decise di liberarsi di Teodorico una volta per tutte affidandogli la missione di detronizzare Odoacre, che governava l’Italia. Gli Ostrogoti di Teodorico abbandonarono così le province illiriche detronizzando Odoacre e stabilendosi in Italia, che governarono fino ai tempi dell’Imperatore Giustiniano.

Zenone morì il 9 aprile 491 e gli succedette al trono Anastasio I.